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«Caterina si affretta affannata per uscire dal cimitero e andarsene da quel luogo di morte, di sterminio.»
La voce narrante è quella del protagonista, Lorenzo Manusardi. Studente in lettere è ospite, a Milano, in casa degli zii Giacomo Trabucchi e Lorena Manusardi, in quanto i suoi genitori sono stati uccisi durante la strage di Marzabotto (almeno così si presume). Ma, quando gli zii muoiono tragicamente, uno dopo l’altro, lasciano un testamento sibillino in cui legano l’eredità di Lorenzo alla scoperta dei suoi veri genitori. Nel frattempo Lorenzo, nel suo girovagare per la città, varca un cancello misterioso, eternamente chiuso, che dà l’accesso a un’estesa proprietà cintata, che la gente crede “minata” e pericolosa. Qui incontra una donna, che lui definisce “donna senza volto” che mostra di conoscerlo e di sapere molto di lui.
Lorenzo quindi si mette malvolentieri, dopo il conseguimento della laurea, alla ricerca dei suoi genitori. Malvolentieri perché ama sentirsi figlio, come sempre aveva creduto, del partigiano Berto e di sua moglie Rosa. Lo fa per l’eredità ma soprattutto per non darla vinta a Bruno, cugino violento e soprafattore.
Nella ricerca lo aiuta Mara, una ragazza allegra e intelligente, conosciuta per la battitura della tesi. La ricerca passa prima dalla “donna senza volto”, poi per un viaggio illuminante nei luoghi della strage di Marzabotto, infine in Germania. Al ritorno in Italia il finale, drammatico, emozionante e sorprendente. Perché la memoria non si estingua mai.
Rassegna stampa
“Ci sono romanzi che sembrano frutto di una vena creatrice impetuosa, tale è l’incalzare degli avvenimenti che raccontano, la felice concatenazione degli eventi, lo spostarsi della narrazione tra eventi lontani ed altri prossimi o perfino vicini a noi.”
Donatella Dini – TELLUSfolio
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