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«Mi convincevo sempre di più che gli indizi a suo sfavore erano molti, troppi; questa volta non potevo sbagliare. Ero deciso a chiudere l’indagine, che mi era costata tanto impegno e mi era servita come lezione per imparare a essere più umile.»
La moglie di un noto commerciante di Bergamo si suicida, gettandosi dalla finestra. Massimo viene contattato dalla sorella della vittima che non crede al suicidio, ma ad un omicidio, commesso dal marito. Poco dopo avere iniziato le indagini, Massimo scopre che il commerciante ha un carattere manesco e violento e che maltrattava sua moglie. Si convince sempre di più che il marito della vittima sia il colpevole. Dopo qualche giorno, un colpo di scena mette in crisi le sue indagini, in quanto viene trovato un cadavere completamente carbonizzato, vicino all’auto intestata al commerciante, la cui identità viene confermata dal ritrovamento di un anello sicuramente suo. Massimo è scettico e ipotizza che possa essere una messinscena, preparata ad arte dall’assassino, per sparire dalla circolazione. Scopre infatti che è vivo e intende fuggire all’estero. Dopo averlo assicurato alla giustizia poco prima che espatriasse, deve ricredersi sulla sua colpevolezza e inizia a indagare sul fratello gemello che, alla fine, risulta estraneo all’omicidio. Massimo entra in crisi ma la sua intuizione e la determinazione lo rimettono in carreggiata, alla caccia dell’assassino che, questa volta, non avrà scampo.
Rassegna stampa
“Come la Sicilia ha il commissario Montalbano, così Bergamo ha il suo investigatore: Massimo Caliari. Un detective privato nato dalla penna di Fabio Bergamaschi, ex direttore commerciale, ora in pensione, con la passione per i gialli. Le indagini di Caliari sono un modo per descrivere la città, i suoi luoghi caratteristici e, in particolare, i suoi ristoranti. Quando non è seduto a tavola, Caliari è un detective di tutto rispetto, il cui acume supera quello delle forze dell’ordine.”
L’Eco di Bergamo
Interviste
Video-intervista di Bergamo Nes