William Webb Ellis è il nome che resta scritto negli annali della storia sportiva come colui che in un piovigginoso giorno del 1823, in barba alle regole del football, prese il pallone a due mani e si mise a correre verso la porta degli avversari. A quel giorno memorabile si fa risalire l’invenzione del nobile, brutale ma sempre appassionante gioco del rugby.
In queste pagine il lettore può curiosare e divertirsi tra frasi celebri e motti di spirito o irriverenti e argute smargiassate dei giocatori, degli allenatori, dei cronisti e dei patiti di questo sport. Queste battute dimostrano tutte le maniacali eccentricità e intricate finezze del gioco della palla ovale. Gioco che procura tanta gioia e tanta passione al pari di altrettante polemiche, ma che è sempre in grado di dar voce alla saggezza e alla follia che lo anima.
Tanto che “fango, pioggia, sangue, ossa fratturate e haka suonano come il paradiso del rugby”.
“Il rugby è una buona scusa per tenere trenta energumeni lontani dal centro della città.”
Oscar Wilde
Rassegna stampa
“Un libro divertente, spassoso, che non si prende molto sul serio ma che risulta essere un vero e proprio spaccato del – e sul – mondo del rugby. E sì, a leggere “Il lato buffo del rugby” – non spaventino le 216 pagine, si legge d’un fiato e vola via battuta dopo battuta – ci si diverte proprio e si fa la conoscenza di uno sport che in Italia non viene considerato, soprattutto perché il calcio fagocita tutto e tutti.”
Giuseppe Granieri – Realsports.it
”[…] Sport trucido, violento, da analfabeti dello stile? E perché? Richard Benson, fuori da ogni retorica culturale-sociale-antropologica, mette in evidenza Il lato buffo del Rugby (Robin Edizioni, pp. 207, 12 euro), scanzonata raccolta di definizioni, impressioni, precisazioni, annotazioni, commenti sullo sport il cui senso e regole sfuggono ai profani. E infatti non è a questi dedicato. È dedicato, invece, a coloro che in quelle ammucchiate di «energumeni» che si contendono una palla dai rimbalzi strampalati sanno leggere un senso anche estetico. Infatti, il sottotitolo dichiara «Frizzi e facezie per i patiti della palla ovale». E i patiti sono di diverse specie, anche se alcuni mettono dei limiti. Elizabeth Taylor, ad esempio. «Me la godo la violenza nel rugby, tranne quando cominciano a staccarsi le orecchie a morsi a vicenda». Ecco perché, penserà qualcuno, spesso i giocatori indossano paraorecchie. Ma sono facezie, appunto. Quella del rugby è una «violenza dichiarata» più che eseguita. Ed è su questo che Benson gioca, assecondando il gioco. Lascia la parola a giocatori, allenatori, arbitri, giornalisti e intellettuali. Con l’ironia di un patito che considera più ruvido l’impatto con chi è convinto che la palla dev’essere per forza tonda.”
Roberto Duiz – Il Manifesto
“Un’altra pubblicazione che ha per oggetto il rugby, a conferma dell’incredibile incremento di popolarità che la palla ovale sta vivendo in questi anni. «Il lato buffo del rugby» di Richard Benson regala spazio ad una lunga teoria di pensieri, aforismi, impressioni dai personaggi più disparati dentro e fuori al rugby che contribuiscono a colorare un divertente affresco della disciplina che Oscar Wilde definì:«Una buona scusa per tenere lontani dal centro della città trenta energumeni al sabato sera».
Diviso in capitoli, il libro conduce il lettore attraverso il pianeta ovale fatto di leggende, orgogliose nazioni, storia, violenza codificata, rispetto delle regole e per l’avversario. Particolarmente gustoso quello dedicato al lato filosofico del rugby che contiene il motto del Rugby Club di Melbourne: «Mai un passo indietro», forse il rugby è tutto qui.”
Alessandro Fusco – Il Tempo.it