“Le cicatrici delle prime torture venivano a mano a mano ricoperte da ferite sempre nuove. Ma non era lo stato dilaniato del suo corpo a preoccuparla maggiormente. Il lunedì, ogni lunedì, l’intera giornata a pensare. A pensare a una condizione bestiale, che bestia la stava facendo diventare.”
Loù è rinchiusa nel carcere femminile di Fidah a Dubai con l’unica accusa di essere omosessuale. Ogni giorno lei e tutte le altre detenute sono vittime di soprusi, violenze, intimidazioni, angherie da parte delle guardie autorizzate. Molte donne muoiono, molte si uccidono, molte impazziscono. Loù sopravvive grazie all’ascolto dei racconti delle sue compagne di cella. Conosce la loro storia e si sente investita della missione di diffonderla non appena fosse rientrata nel suo Paese come libera cittadina.
Questo libro rivela il lato oscuro, crudele e nascosto di un mondo che nell’immaginario collettivo è oasi di benessere, ma in realtà nasconde orrori indicibili di fronte ai quali è più semplice chiudere gli occhi.
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Citazione sulla rivista Grazia