“Spesso ho provato a tirare giù il cielo sulla terra, nel tentativo di farlo diventare terra. L’ho fatto con una corda immaginaria, legata ai fianchi, nonostante fossi stato consapevole che il cielo doveva stare dov’era, e che semmai avrei dovuto essere io a elevarmi, ad allungare le dita. Perché il Cielo è cielo, e la Terra è terra. Ed è così che deve essere.”
Un lago, un’isola, una prigione i cui condannati ignorano cause e durata della reclusione. Qui Javier, insieme al Profeta, riordina la biblioteca del Direttore, obbedendo a criteri ogni volta differenti, in un susseguirsi di albe senza tramonti. Mentre in un Altrove non lontano, la vita in una casa di cura prosegue secondo un ordine necessario. Finché al vecchio Alberto verrà concessa l’opportunità di tornare a casa, in Spagna. Due viaggi opposti, due orizzonti apparentemente diversi ma speculari.
Rassegna stampa
“Scopro solo adesso la penna di Petitto ma, già dalle prime pagine, mi auguro che continui a versarne ancora molto di inchiostro. L’idea è che ci sia stato un lavorio interiore non da poco, un lavoro di cesello e fatica per riuscire a condensare in queste pagine una strada, a mettere in fila mattoncino per mattoncino e incastrarli perfettamente.”
Letto, riletto e recensito, Letizia Cuzzola
Leggi tutta la recensione