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«Questa volta aveva ragione la studentessa. Chi se ne frega di matematizzare e dare spiegazioni scientifiche ai moti oscillatori delle molecole d’aria che nel nostro orecchio fanno vibrare il timpano e diventano melodia, se ciò ti procura piacere! E qual è l’algoritmo che ti fa preferire Bach a Mozart o i Beatles ai Rolling Stones?»
Un romanzo in cui la fisica s’intreccia con le vicende dei personaggi e diventa il filo conduttore del racconto. Anche i temi di una certa complessità (ad esempio la fisica dei quanti) vengono sempre esposti in modo semplice e divertente ma scientificamente preciso.
Il protagonista italo-inglese, Michele Owen, che parla in prima persona, insegna fisica in un liceo di Torino e, tra gennaio e marzo del 1994, deve riunire un gruppo musicale, “I Superstiti”, che alla fine degli anni ’60 ha conosciuto una piccola notorietà grazie a una canzone dal titolo “Sonia”.
La quotidianità, e spesso la ripetitività, dell’insegnamento della sua materia vengono movimentate dalla richiesta di un facoltoso dirigente che vorrebbe festeggiare romanticamente il ventesimo anniversario di matrimonio facendo una sorpresa alla moglie, che si chiama Sonia, con una esecuzione dal vivo proprio di quella canzone che segnò l’inizio del loro amore.
La vicenda si dipana tra la spiegazione di alcuni principi della fisica e le difficoltà di resettare il tempo ritrovando l’affiatamento con gli altri tre amici che formavano il complesso de “I Superstiti”. Questa ricerca porterà il protagonista a confrontarsi con il passato e i ricordi musicali ed esistenziali di anni lontani. Il finale lascia il lettore sull’orlo di quel che potrà accadere con molte possibilità aperte.
Indeterminazione, causalità e casualità: le storie parallele del professore e del musicante Michele si intersecano e si sovrappongono: gli anomali comportamenti delle particelle elementari a volte sembrano riproporsi anche nel mondo macroscopico.