Questa confessione autobiografica ha fatto un lungo giro tra le mani degli eredi prima di giungere a noi. Constant vi racconta la sua giovinezza con impressionante schiettezza, offrendoci la chiave per cogliere le contraddizioni di cui la sua vita – e la sua opera – è piena, vita che molto ha fatto scrivere agli studiosi di psicologia.
I primi vent’anni della sua vita: la nascita, l’educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, fino alla fuga in Inghilterra. Il narratore non risparmia il sale dell’ironia neppure alla a se stesso e ai suoi amori.