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«E quindi eccoci qua. Io e Carly. Carly e io. Lei poggia i gomiti sul tavolo e giunge le mani sotto al mento, scrutandomi come farebbe la Sharon Stone di Basic Instinct. Con trent’anni in più, magari. Io vado indietro. So che dovrei dire qualcosa, ma ciò che mi verrebbe spontaneo sarebbe “andrei, domani mi alzo presto”. Invece è lei a rompere il ghiaccio, con una frase preceduta da un mugugno che, se capisco bene, dovrebbe essere un sorriso.
“Sai che tre anni fa so’ entrata in contatto co’ delle forme viventi extraterrestri?”»
Chi è realmente “Uno”, il santone che sembra stregare (e impoverire…) centinaia di persone raccontando aneddoti ancestrali, dispensando banalità ben condite dalla retorica e divorando lombrichi? L’investigatore privato Stefano Mori, sempre più svogliato, grasso, trascurato e tossico farebbe volentieri a meno di chiederselo, ma dovrà farlo, coinvolto dall’insopportabile ex moglie e da un’ingombrante nuova coinquilina. E se poi “Uno” morirà, probabilmente ucciso, il nostro eroe, assediato da “mostri” che non riesce ad allontanare dalla sua vita privata, dovrà vincere l’indolenza e indagare. All’insegna, ancora una volta, dell’approssimazione e della goffaggine.
La seconda avventura di Stefano Mori. Più grottesca. Più tragicomica. In fin dei conti, più amara.