Disponibile anche in ebook
Noir ambientato a PADOVA
Protagonista il commissario DIAMANTE
«“Siamo sotto assedio, Corrado, – dice Diamante sfogandosi con il collega più giovane – non c’è nessuno che è in sintonia con l’altro, siamo tutti in riga davanti al plotone d’esecuzione… Sai che ti dico? Che in un contesto di guerra l’ingrediente principale, l’arma letale, è il coraggio! Ce l’abbiamo, noi, il coraggio? Il coraggio di ammettere che abbiamo fallito e che il vuoto esiste?”»
Il tarlo del male, ovvero dell’incomunicabilità, dell’affettività negata, di amori distratti e relazioni inesistenti nell’era della comunicazione di massa, di internet e dei cellulari.
Vittime predestinate i bambini, vittime conclamate quegli adulti che, per diversi motivi, hanno alle spalle storie d’infanzia negata.
Diamante, chiamato a Padova per indagare su una serie di misteriosi matricidi, è costretto a constatare che, per strade diverse, tutte le persone implicate, vive e morte, cercano o hanno cercato disperatamente di uscire dal collo di bottiglia di una vita insopportabile, perché vuota se priva di amore; e che tutti sperano o hanno sperato in una specie d’instabile equilibrio.
“Credita non semper sulci cum fenere reddunt”. È uno dei farneticanti messaggi in latino trovati tra le dita delle madri, vittime degli omicidi. “Non sempre si rivelano giuste le strade tracciate dai genitori per i propri figli!”.
Al cane Mimì, contrappunto di bene disinteressato e di positività al male umano, e a Miriam, la moglie pazza di Diamante, il compito di riempire quel vuoto.