“…spalancò il portone per esibire al mondo lo scheletro gigantesco di San Cristoforo.”
Anno 1736, in un campo non lontano da un minuscolo borgo istriano un contadino dissotterra un osso di straordinarie dimensioni che, per queste caratteristiche e per altri inspiegabili fenomeni, è giudicato miracoloso, e perciò catalogato da una commissione patriarcale come “vero femore” di San Cristoforo, il gigante tradizionalmente raffigurato mentre guada un fiume col bambino Gesù sulla spalla. Le speranze degli abitanti del borgo di ricavare dalla scoperta sostanziosi benefici grazie all’immancabile afflusso di pellegrini e penitenti, vengono frustrate dalla decisione del vescovo di espropriarli dell’osso a favore di una chiesa locale e del suo astuto prevosto. Il sopruso, esacerbato dagli eventi miracolosi che in effetti, di lì a poco, paiono propiziati dalla reliquia, inducono i delusi, prima, a tentare di rapirla, poi, appagati dall’imprevisto rinvenimento nel medesimo luogo di un vero e proprio ossario, a organizzare un simoniaco commercio dei reperti anatomici del santo.
Rassegna stampa
“Un nuovo narratore si aggira tra Milano e Trieste. Di tutto rispetto, originale e divertentissimo. Non di primo pelo, anzi ricco d’anni, e perciò di saggezza e multiformi esperienze, che solo tardi ha imboccato con decisione la via della scrittura. Ma vi si muove con tale destrezza che sembra non avere fatto mai altro nella vita.”
Roberto Pagan – Artecultura