«“…Senti, amico, non per offenderti, ma io ho ucciso due persone in meno di sei mesi… non so se ti hanno informato.”
Pietro si sedette su uno sgabello umido; sospirò.
Poi lo guardò a lungo.
“Io ne ho uccisi tredici. E in meno di un’ora.”»
Un generale – occhi di metallo blu – assegnò loro una missione: rintracciare un uomo senza nome, senza volto, senza amici, senza casa. E così cominciarono a scavare, fra la polvere di vetro d’un appartamento esploso, sotto un diluvio perenne.
Incrociarono spettri dalle bianche ciglia,
incrociarono un killer col nome d’un angelo nero e i colori d’un serpente corallo,
incrociarono una ricercatrice veneziana vestita di pioggia.
E portarono alla luce, silenzio su silenzio, una trama assurda, fatta di speculazione edilizia e traffico di rifiuti radioattivi, fatta di ’ndrangheta e mafie dell’est, fatta di politica corrotta e finanza senza pietà.
Misero a nudo la rete nera che giorno per giorno consuma il futuro d’un nord Italia rassegnato.
Cercarono di capire.
Ma divennero essi stesse prede, risucchiati in un gorgo di omicidi e scomparse, fra castelli di luce e sentieri di neve, per le strade ora oscure ora incantate d’un Canavese maledetto.
Fino all’inquietante vertiginoso esplosivo epilogo finale, fra maschere che celano maschere, e verità troppo grandi per essere nominate.