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È un volo silenzioso, severa disciplina. Amarezza, tenebre, è lì che dovranno scendere i personaggi di questo noir. Senza ossigeno, fino a farsi scoppiare i polmoni. Nessuno uscirà indenne da quell’immersione. Non c’è stanchezza, non c’è clemenza. Vittime consapevoli del percorso che dovranno compiere per tornare in superficie. Là dove il cielo non è che un ricordo, nel silenzio disperato di un grido cieco, dove l’essere umano si trova senza forze, smarrito per la consapevolezza dei suoi limiti, ma cosciente del proprio essere. Di loro non resteranno che ombre bagnate, bolle d’aria memoria del passato, involucri di niente nelle candide stanze dell’anima.
Marco Ferrari, capo della Digos a Milano, inciamperà nell’inganno mettendo in discussione tutto, perdendo tutto. Un ritmo veloce, quello scandito dalle fermate della metrò, dagli omicidi, dagli amori. La variabile timbrica di un’orchestra. L’erotismo si consuma tra le pagine, sui volti dei protagonisti, ne sente gli umori, ne guarda il rossore, docile a procurare il lenimento. È percezione cruda, scondita, del corpo e dell’anima.