“Entrare nella vita degli altri è qualcosa di molto pericoloso, ve lo assicuro. Riuscire poi a uscirne, ancora peggio. Fatelo solo per un grande amore, per un fi glio, per qualcosa di veramente importante, è l’unica ragione che giustifi cherà l’effetto catastrofico di perdere voi stessi.”
K è speranza, delusione, consapevolezza, fatalità e destino. È una pozione che guarisce, è l’illusione inconsapevole di poter essere se stessi, è la costante che ognuno di noi si porta addosso. Ma è anche potassio, ketamina, obbedienza. Le vite di Ingrid, Simon, Fred, Anna e tanti altri personaggi che si trovano a migliaia e migliaia di chilometri di distanza tra loro sembrano fluttuare e convergere intorno a un’idea multiforme, indefinita e contagiosa. Contagiosa come solo le idee che danno un senso alla nostra esistenza sanno essere. E che si propaga, di parola in parola, fi no a diventare il fil rouge che lega le loro storie ordinariamente incredibili.