Prima traduzione italiana
Un piccolo capolavoro del maestro del polar francese. Stavolta il commissario Laviolette non è alle prese con un delitto, ma con una vecchia signora incontrata casualmente alla stazione Saint-Maime-Dauphin, dismessa da oltre trent’anni. Di rotaie non c’è più traccia, restano solo pochi metri di banchina e una panca da cui la donna si sporge ansiosa come se aspettasse l’arrivo di un treno. In quest’attesa, che si prospetta interminabile, la vecchia ha una storia da raccontargli: si tratta della sua vita, un’esistenza legata a doppio filo ai treni e a quella piccola stazione, in cui anche il padre di Laviolette aveva esercitato il mestiere di ferroviere. Le parole della vecchia signora raccontano della sua ripetuta vedovanza, di tre pensioni e di una lanterna con la quale il primo marito regolava arrivi e ripartenze dei treni. Proprio questo lume che offriva da un lato la luce verde e dall’altro la luce rossa ha scandito vite e morti dei suoi mariti. Cosa rimane ora da ricordare e perché?
Traduzione di Emilia Gut