Una storia italiana, che inizia nel 1858 in Toscana, in un paesino della Maremma, dove finisce nell’agosto del 2020, e che si snoda tra Firenze, Torino e Milano. La protagonista Sara, quarant’anni, insegnante, con una separazione incombente, decide di intraprendere l’analisi, per tentare di dare un senso alla propria esistenza, segnata da un costante malessere, legato soprattutto alla solitudine sentimentale e all’assenza di fiducia nel genere maschile. All’improvviso sente risvegliarsi dentro di sé la bambina che è stata e i ricordi di un’infanzia apparentemente idilliaca, in un universo per lo più al femminile, dove però ora intravede delle crepe e risente gli echi favolistici dei racconti della mitica Tata, dietro ai quali si celavano segreti sulle sue antenate. Sara inizia così un percorso a ritroso nel passato della propria famiglia, per svelare quei segreti, per dare sostanza e dignità umana a quelle misteriose presenze. Scopre di portare il cognome di una donna e, colmando con l’immaginazione i vuoti che proprio non può riempire, si mette a scrivere le storie delle sue ave, per ridare loro la visibilità che nella storia della famiglia è stata loro sottratta.