“Il mondo era stato messo sottosopra – ciò che era sempre stato vero era diventato falso, ciò che era stato importante era divenuto marginale, ciò che aveva avuto un significato l’aveva perso – e questo aveva un senso, aveva un senso!”
Si è detto che leggere Adair è come stare ad ascoltare il racconto di un vecchio amico di cui non ci si riesce ancora a fidare del tutto. Questa è la qualità richiesta al lettore: la capacità di lasciarsi cullare dall’inganno senza caderci. La morte dell’autore è un giallo di bibliofollia all’humor nero che racconta la storia, basata su un vero scandalo, di Léopold Sfax, francese emigrato negli Stati Uniti. Divenuto professore di letteratura in una prestigiosa università americana, sale agli onori della cronaca per la sua “Teoria”, abile stratagemma con cui cercherà di camuffare la paternità di certi suoi vecchi articoli, che rischiano di tornare a galla rivelando un oscuro passato…
A cura di Francesca Santarelli
Rassegna stampa
“Per la torre d’avorio del suo giallo Gilbert Adair si è inventato uno stile meravigliosamente barocco: una combinazione di scrupolosità jamesiana e aristocratico kitsch alla Nabokov.”
Lorna Sage – The Indipendent
“Léopold Sfax – ricercatore di origini francesi emigrato negli Stati Uniti – è un professore emerito di Letteratura. Si fa conoscere e stimare nell’ambiente universitario con la sua ‘Teoria’ che spiega attraverso un libro che diventa in poco tempo un vero e proprio bestseller regalandogli fama, successo e molta ammirazione. Sfax però nasconde un oscuro segreto: nei suoi vent’anni in Francia – molto sicuro di sé e con l’unica preoccupazione che il suo talento ottenesse riconoscimenti da parte dalle masse, ha scritto decine e decine di articoli su di un giornale filo-nazista con lo pseudonimo di Hermes.
I suoi articoli non solo giustificavano l’eccidio del popolo ebraico, ma lo auspicavano e lo incoraggiavano adducendo di volta in volta spiegazioni filosofiche, scientifiche, ideologiche. Oggi che Sfax ha accettato il fatto di essere diventato un personaggio conosciuto grazie alle sue capacità, al suo talento, alla sua vanità, nell’ambiente di pertinenza, ora assiste impotente all’inevitabile: più acquista visibilità e più velocemente si avvicina il momento in cui qualcuno scoprirà il suo segreto rovinandolo per sempre. Infatti, poco dopo, una laureanda lo avvisa che con il suo consenso o senza il suo consenso scriverà una biografia su di lui. Ma ecco il coup de théâtre, un inspiegabile assassinio cambia le carte in tavola: e se poi gli omicidi fossero due?
La storia è ispirata alla biografia del giornalista, critico e filosofo Paul De Man, che si trasferì negli stati Uniti nel 1948 diventando uno dei maggiori esponenti della famosa scuola di Yale: dopo la sua morte vennero alla luce degli articoli giovanili su due quotidiani collaborazionisti nel Belgio occupato dai nazisti. Attenzione, nulla è come sembra! Questo è un gioco con e per il lettore. Gilbert Adair lo confonde, ostenta la sua presenza e si dilegua subito dopo; poi, lo accompagna attraverso citazioni letterarie, filosofiche e cinematografiche in… un vicolo cieco. Tutto deve essere ricomposto e interpretato proprio dal lettore in continui flashback al limite del paradosso e, come se tutto ciò non bastasse, appare un filo noir su cui procedere che sembra essere insolito e marginale o viceversa che potrebbe essere la chiave di volta della storia. Chi è l’autore morto? E’ Hermes? O è lo stesso io-narrante Sfax? La teoria dell’autore morto è stata creata per uccidere il se stesso autore, nascosto da uno pseudonimo? La decrittazione di una trama così incerta ed effimera è tutta sulle vostre spalle per volontà dello stesso Adair che, infatti, dedica il libro, al Lettore con la Maiuscola. Insomma, se volete leggere una storia complessa e machiavellica eccovi serviti, perché, come lui stesso scrive: ‘Se ho delle ultime parole postume da dire? In realtà no. Come ho scoperto con grande disappunto, la morte è sul serio il nome che sopperisce a un dilemma linguistico e vorrei chiedere i soldi indietro; e forse anche tu, Lettore, mentre chiudi questo mendace, malefico e machiavellico libro’. Notevole.
Alessia Bonomi – Mangialibri
“Ecco un racconto che potrebbe mettere d’accordo insegnanti e studenti, appassionati di gialli e raffinati cultori di teorie letterarie, amanti del racconto breve e frequentatori dei classici voluminosi. Il giornalista, traduttore e scrittore Gilbert Adair – vera autorità nel mondo anglosassone ma molto poco conosciuto in Italia (alla casa editrice Robin il merito di averlo pubblicato) – in poco più di 100 pagine propone al lettore un gioco sulle prime irritante, ma che nel giro di poco si rivela molto astuto e addirittura impossibile da abbandonare. Tanto più che il racconto è dedicato proprio a lui (al Lettore con la maiuscola) per il ruolo consistente che gli tocca: il protagonista e io narrante della storia è, infatti, Léopold Sfax, professore emerito di letterature comparate divenuto famoso per aver teorizzato la ‘morte dell’autore’, stratagemma con cui cerca, in realtà, di camuffare la paternità di alcuni vecchi articoli che rischiano di tornare a galla rivelando un oscuro passato. Dov’è che finisce la realtà e inizia la fantasia? Non a caso è stato anche definito un saggio di ‘bibliofollia’, per gli amanti del genere…
Un motivo per leggerlo: Se avete sentito parlare del decostruzionismo, di Roland Barthes, Jacques Derrida, e ne siete rimasti affascinati.
Un motivo per non leggerlo: Se avete sentito parlare del decostruzionismo, di Roland Barthes, Jacques Derrida, e ne siete stati infastiditi.”
Zai-Net
“Leopold Sfax è un docente universitario osannato dai suoi studenti, un critico letterario ammirato dai suoi colleghi, un uomo solo con un oscuro segreto nel suo passato. Decenni prima, in un altro paese, in un altro mondo, il giovane Leopold aveva scritto decine e decine di articoli per una rivista collaborazionista nella Francia occupata dai nazisti. Per tutta la sua vita il timore di essere scoperto lo aveva accompagnato lungo la sua luminosa carriera: più diventava famoso più aumentava il rischio che qualche giornalista curioso, che qualche studente troppo zelante scoprisse il suo segreto.
E così inevitabilmente avvenne. Una giovane dottoranda era in procinto di scrivere la sua biografia e il suo passato aveva le ore contate… ma qualcosa, qualcuno cambierà ancora una volta le carte in tavole.
La morte dell’autore — Decostruzione del mio crimine letterario — di Gilbert Adair è stato pubblicato dalla Robin edizioni nella collana ‘La Biblioteca del mistero’. Quello di Adair è un romanzo originale, dalla struttura concentrica e complessa, con una scrittura felice e barocca. Il rimando dei flash-back avvince il lettore aumentando l’appeal della vicenda. La narrazione rende palese una facilità e una capacità di scrittura assolutamente fuori dal comune, che in alcuni punti sembra quasi voler sorprendere e spiazzare il lettore. I dialoghi, funzionali alla vicenda, sono sempre perfettamente calibrati e senza la minima sbavatura o incertezza. Ferrei e fermi nella loro ottima strutturazione.
La figura del protagonista, falsamente indolente e cinicamente rassegnato, è mirabilmente tratteggiata, si tratta di un uomo consapevole del proprio valore, ma anche conscio della propria intrinseca fragilità, che mirabilmente attende il susseguirsi degli eventi e l’ineluttabile conclusione della vicenda.
Il romanzo di Adair dimostra come una vicenda apparentemente semplice possa, attraverso l’uso sapiente di scrittura e tecniche narrative, trasformarsi in assolo di bravura letteraria.”
Igor De Amicis – Thriller Magazine