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«…mio padre ha già fatto la sua parte, noi dobbiamo fare la nostra, io la mia, perché quello che voglio provare rappresenta il mio personale atto di devozione alla causa dell’eterno potere: riuscire a ottenere il dominio sulla volontà altrui, definitivamente, in modo fisico, organico, e non più semplicemente psichico.»
Teseo è un giocatore di bridge professionista, un vincente, un uomo invidiato da molti, che crede di aver già pagato un prezzo molto salato per la sua fortuna, mentre il saldo effettivo del conto gli è appena stato presentato. Sotto ricatto, arruolato dallo Stato per evitare un’incriminazione, avrà la missione di giocare d’azzardo con uno scienziato stregone, un mostro divoratore di fanciulli, un nemico dell’umanità da tenere sotto controllo, cercando di non finirne controllato. Arianna, una donna bella, intelligente e dalla personalità evanescente, vorrà fornirgli il filo rosso della sua comprensione per venir fuori dal labirinto. Con quale esito? Eroi inconsapevoli, animati da un’epica che emerge dagli eventi bui della loro infanzia, in un parallelismo che li vede tanto distanti quanto sintonici, in una clinica abitata da inquietanti segreti, poggiata fra montagne da cartolina, i due lottano contro un’arcaica, barbarica e disumana volontà, determinata a ‘sbranare’ l’umanità intera, con un antipasto a base di bambini indotti all’adolescenza e nutriti di odio. Tra manipolazioni neuro-tecnologiche, attentati terroristici e riti esoterici, La semplicità del gioco gioca con il mito, riscrivendo la leggenda del Minotauro nella chiave di un incalzante thriller-noir dei giorni nostri.