“Vi era dappertutto come un’aria di resa, un lasciarsi andare. C’erano soldi a palate che circolavano e una mistura di corruzione tra amministratori e costruttori che era ormai la regola. E c’era sempre una norma su cui appoggiarsi, una virgola a cui aggrapparsi, un ritardo che consentiva tutto.”
Ad Avellino, nella seconda metà degli anni ’70, dopo gli iniziali fremiti nuovi del decennio, non sembra esserci più spazio per la speranza di un futuro migliore. Anche il commissario Melillo sembra prenderne atto, facendo un passo indietro sul terreno del lavoro investigativo.
Almeno fino al momento in cui le storie di Luigi, Chiara, Claudia, Rino, Francesca, Marco e Rita iniziano a reclamare a gran voce giustizia. In una cittadina martoriata dal terremoto, dagli echi del terrorismo nazionale e da una spietata speculazione edilizia, Melillo torna a misurarsi con omicidi, rancori e vendette che, questa volta, lo obbligheranno a confrontarsi con il suo passato e metteranno a rischio i suoi affetti e la sua stessa salute.