Questa raccolta di Silvio Raffo, la decima dopo titoli di grande successo, riconferma la sua qualità di poeta assolutamente unico nel panorama contemporaneo: cultore di una musa che coniuga modernità e lirismo in un felice binomio. Una poesia intensa, leggibile, comunicativa e insieme di “alto sentire”, in cui il sublime “melodico” e l’ironico quotidiano sono le voci – i toni – della duplicità di un sentire profondo. Vita vissuta e vita sognata si rispecchiano in un aereo gioco di canto e controcanto potenziandosi a vicenda nell’unica dimensione congenita all’autore, la dimensione estetica.
I poeti della generazione di Silvio Raffo hanno scritto molto in questi anni, si sono mostrati intelligenti, “aggiornati”, (forse troppo), colti. Ma si contano sulle dita di una mano […] quelli che ci rimangono impressi, che ci stampano a forza qualche verso nella memoria […] Metterei Silvio Raffo tra questi pochissimi.
Maria Luisa Spaziani
Ciò che specialmente mi attrae è quella pienezza di adesione ai momenti, ai particolari della circostanza quasi con un eccesso d’ansia… un discorso teso e carico, che profitta di tutti i segni che il visibile, il sensibile, il casuale mettono sulla sua strada, con un totale affidamento al senso di ciò che accade e si manifesta.
Mario Luzi
Silvio Raffo è un poeta destinato alla perfezione, quella perfezione che non esiste… Le sue sono poesie di una straziante, quasi inverosimile bellezza.
Elio Gioanola
La ricerca poetica di Silvio Raffo mi sembra molto interessante soprattutto dove è più aspra e tragica… C’è una eccezionale capacità, in lui, di cogliere in lunghi versi desolati e inariditi (benché sempre musicalissimi) il disagio e la pena della vita, volgendosi a tratti verso modi e forme di un’ironia quasi crepuscolare.
Giorgio Barberi Squarotti