Un canzoniere matto e disperatissimo, giocato a ritmo, furia e invettiva dall’abilissimo mestiere dell’autore, qui al meglio delle sue tonalità narrative ed espressive. E anche abile nel proporre – nel gioco dei generi e degli umori della scrittura – un mini canzoniere d’amore, in cui alla donna amata è attribuito l’omaggio dell’intelligenza e dell’emozione: “nel momento in cui le dissi al cellulare/ che lei era soltanto la mia lingua ebbe un attimo di indugio/ prima di confermare con un’ombra di emozione”.
Uno dei migliori libri di poesia di questi anni, funesti e tragici. Un viatico per un millennio che ci metterà ancora alla prova della volontà di conoscere e di dire: con le armi che ci piacciono, della ragione e della passione.
Dall’Introduzione di Giorgio Patrizi