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«Ammise di aver contribuito – anzi di esserne stato uno dei principali colpevoli – ad un crimine ignobile, un genocidio mentale e culturale di proporzioni inimmaginabili e con conseguenze incalcolabili sulla storia del nostro paese e della nostra società, vale a dire la diseducazione alla lettura di generazioni e generazioni di esseri umani.»
Una scrittrice commerciale condannata a morte da un gruppo terroristico che perseguita le star dell’industria dell’Intrattenimento, un ex dottorando incapace di affrontare la vita, guardie del corpo ed ex tronisti, importanti esponenti del mondo editoriale e professori universitari, vecchi intellettuali di Sinistra e fan di serie televisive.
In un’Italia fantastica e al tempo stesso ben riconoscibile, frammenti di storie parallele che a lungo sembrano ignorarsi fino a convergere in un imprevisto finale.
Un romanzo sulla crisi dei tradizionali centri di mediazione culturale, ma anche dei miti mediatici e dello storytelling ufficiale sotto le cui stratificazioni preme in modo sempre più insistente un nuovo bisogno collettivo di narrarsi e di autorappresentarsi.