“Era convinta di averlo dimenticato. Ma come gli emigranti si sforzano di non dimenticare la lingua e la terra da cui provengono, scopriva che i sensi ricordavano lucidamente il linguaggio del suo corpo perché la punta acuminata del ricordo era penetrata nel pensiero…
…Ricordi quello che dicevamo allora, quando combattevamo il loro primo comandamento, nasci, consuma, crepa?”
Ada ha costruito una tela di ragno attorno alla villa sul lago. Qui vive da anni in un equilibrio artificiale fatto di lavoro – è un’archeologa affermata –, ma anche di tante allucinazioni e segreti di cui soltanto il lago è stato spettatore silenzioso.
In passato esisteva un’altra Ada, sempre in prima linea nelle lotte politiche universitarie degli anni ‘70.
A ricordarglielo irrompono nella sua vita i vecchi compagni che proprio in quegli anni avevano vissuto l’utopia della comune nella stessa casa, la rivoluzione a tutto campo contro la società, la famiglia, le istituzioni.
Loro non hanno rinunciato a confrontarsi con la realtà nuda e cruda e alla voglia di cambiare il mondo.
Qualcosa si risveglia in Ada…
Rassegna stampa
“Ho letto con trasporto Le alghe rosse e trovo che in esso ci sia un grande equilibrio e che, al di là di una sapiente struttura architettonica d’insieme, ci sia una grande energia positiva che sa incanalare i moti dell’animo dei personaggi in maniera struggente […] Ecco perché parlo di rapporto pittura/scrittura (ma si potrebbe parlare anche di segno inciso che scava in profondità per depositare, nel profondo, amori e passioni) […]”
Domenico Fratianni