In questa libro – attraverso un’impeccabile ricostruzione storica che indaga la storia personale, la psicologia e il ruolo politico di tutti i protagonisti – vengono indagati i possibili moventi di uno degli omicidi più celebri della storia: quello di Giulio Cesare.
L’attrattiva che in ventuno secoli le “Idi di marzo” hanno esercitato sui posteri non deriva solo dalla statura della vittima o dalla spettacolarità della sua esecuzione, ma anche da un interrogativo rimasto sempre irrisolto: com’è stato possibile che Cesare sia stato abbattuto proprio nel momento in cui mai era stato così forte, e mai così deboli i suoi avversari?
La sua uccisione fu un delitto politico del quale il principale movente resta quello che anche i suoi contemporanei conoscevano: l’eliminazione di un uomo che aveva raggiunto troppo potere.
I “cesaricidi”, convinti che il loro gesto potesse apparire non criminoso ma eroico, non furono tuttavia gli unici protagonisti di quella vicenda. È possibile che la loro congiura non fosse la sola ad essere operante. Quanto stava accadendo andava oltre la loro capacità di capire e dominare gli eventi, anche perché l’unico uomo che ne sarebbe stato in grado era la loro vittima.
