“Il maestro Vermeer ha gettato sulle vite di chi ha ritratto un bizzarro sortilegio: tutti noi abbiamo il privilegio di poter vivere per l’eternità, imprigionati, però, tra le mura luminose della Delft del XVII secolo. Da questo spazio immutabile, da questo tempo sospeso, continueremo a respirare e a conoscere il mondo, a raccontare la nostra storia a chi vorrà ascoltarla e a meravigliare coloro che ci sapranno guardare con occhi gentili.”
Ne “Le stanze di Vermeer” si sviluppano e arricchiscono le trame e i personaggi che i lettori hanno avuto modo di conoscere nei Preludi e fughe per tredici tele di Vermeer (Robin Edizioni, 2012; premio assoluto per la Microeditoria di qualità nella sezione narrativa, 2013): in questi racconti, che ruotano intorno ai più celebri dipinti di Jan Vermeer, si narrano, con continui scarti di prospettiva o spazio-temporali, le vicende legate ai protagonisti, ai luoghi e agli oggetti fissati sulla tela dal maestro di Delft.
Da un capitolo all’altro le storie e gli intrecci si susseguono, ora dispiegandosi ora nascondendosi, in modo da creare un mosaico, fatto di immagini e di parole, le cui tessere vivono distinte l’una accanto all’altra, trovando però una più profonda compiutezza nella visione d’insieme.