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“«Ma le cose belle non sono un male» esclamò Olga.
«La Bellezza lo è: ti entra con pigrizia e ti riempie il cuore di nostalgia. Diventa la tua droga e ti obbliga a seguirla in ogni angolo, offrendoti emozioni e appagando i tuoi desideri.»
«E lei, questa Bellezza, l’ha incontrata?»
«È tutta colpa di un Capriccio!»
Adam guardò ancora in alto, quasi a cercare i ricordi.
«Capriccio?»
«Sì, il Capriccio n° 3 di Paganini. Avevo undici anni, il mio maestro me lo fece ascoltare per la prima volta. Fu come rinascere. Il cuore si aprì e la Bellezza ne approfittò per caderci dentro.»
«Vuole dirmi che s’invaghì della musica?» interruppe la ragazza.
«Certo la musica. Ma la Bellezza era lì, dentro quel violino, rintanata, in attesa. E sa chi l’aveva nascosta?»
Olga fece un cenno con la testa.
«Stradivari, Antonio Stradivari, quando ha forgiato quello strumento così perfetto e maledetto.»”
Liguria Occidentale, anno 1935, è il periodo antecedente all’entrata in guerra. Adam Bronte, un bambino di appena undici anni, sta per ricevere in regalo il violino che cambierà per sempre la sua vita. Le brutalità della guerra vengono offuscate dalla bellezza della musica e Adam non può far altro che essere schiavo di questa passione. Parte per il Conservatorio, lì incontra Irina, la giovane figlia del console russo, e tra i due sboccia subito qualcosa.
Insieme al reciproco coinvolgimento per la musica, scoprono che i loro violini, dalla forma particolare, sono in realtà i “due violini in amore”, realizzati secondo la leggenda dallo stesso Stradivari.
Genova viene bombardata e il cambio di alleanze porta Irina a una fuga improvvisa, lasciando in Adam una profonda amarezza.
La vita va avanti e Adam non si scoraggia, inizia la scalata verso la realizzazione dei suoi sogni. Adam ritrova Irina, ma i due amanti sono nuovamente divisi. In un clima di profonda tensione sociale, nei meccanismi cupi della Guerra Fredda, riusciranno Adam e Irina a riabbracciarsi di nuovo e a lasciare il passato alle spalle?