Sotto l’apparente disincanto e sicurezza, Giorgio, avvocato quarantenne, è un uomo inquieto e insoddisfatto. Restio ad inoltrarsi nell’oceano burrascoso di là dai confini rassicuranti della ragione, cerca nei piaceri della carne un rimedio al non senso del vivere e alla nausea dell’infelicità; finché, un giorno, incrocia casualmente una giovane dallo sguardo trafiggente di nome Cristiana.
Costei, donna intelligente, colta, vitale, studiosa di arte, affascinerà Giorgio con la propria singolare unicità e bellezza e, irrompendo nella sua sonnolenta esistenza, ne porterà alla luce le illusioni e gli inganni. Sedotto dalla naturale inclinazione di Cristiana a volare senza timore nel cielo del noumeno, Giorgio affronterà, lottando con il proprio logocentrismo, i misteri dell’esistenza che da sempre inquietano la sua coscienza.
La luminosa femminilità di Cristiana farà comprendere a Giorgio che linea retta e linea curva, verticalità e obliquità, tutti gli stereotipi, insomma, della rappresentazione simbolica del maschile e del femminile, cedono e si frantumano innanzi al disarmante dono dell’accoglienza, da sempre autentica prerogativa delle donne.
La vicenda umana di Giorgio, narrata dallo stesso protagonista, si svolge in un arco di tempo di vent’anni in parallelo con la storia d’amore con Cristiana. Una storia, quest’ultima, che può apparire irraggiungibile e fiabesca, ma che, per questo, impone una scelta radicale tra disincanto e desiderio, tra il rimanere prigionieri della tragica imperfezione della vita, con le sue miserie e noiose quotidianità, e il tentare la fuga, rincorrendo il desiderio dell’irraggiungibile, magari portandosi appresso la propria infelicità, purché vestita a festa.