Alla morte di Marx, studiando i suoi taccuini etnologici, Engels viene a conoscenza di un saggio dell’antropologo americano Lewis Henry Morgan, Ancient Society, in cui crede di ravvisare la riscoperta, in modo autonomo, e nei limiti posti dal proprio argomento, della concezione materialistica della storia. Convinto che fosse intenzione di Marx far conoscere l’opera di Morgan, Engels si accinge, all’inizio del 1884, alla stesura de L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. Con l’aiuto delle osservazioni e dei materiali forniti dal saggio di Morgan, utilizzando gli appunti lasciati da Marx e gli studi che egli stesso ha condotto sulle antiche comunità della Germania e dell’Irlanda, Engels si propone di dimostrare la storicità e, perciò la provvisorietà di istituti che la scienza borghese considera invece naturali ed eterni: la famiglia monogamica, la proprietà privata e lo Stato. Un’edizione rivista e ampliata del saggio, la quarta, in cui Engels, con l’aiuto di nuove documentazioni e studi come quelli dell’etnologo russo Kovalevsky, rafforza e aggiorna le prove che dimostrano il suo assunto, è pubblicata a Stoccarda nel 1892.
In questa nuova edizione, che ripropone in traduzione il testo dell’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato del 1891 mettendo in evidenza le aggiunte e le modifiche apportate dall’autore alla princeps del 1884, sono riportate per la prima volta, nella versione originale, le osservazioni di Marx utilizzate da Engels, tratte dal taccuino B 146 depositato presso l’Istituto Internazionale di Scienze Sociali di Amsterdam.
A cura di Marco Catucci