“Si voltò pressoché con indifferenza. Tuttavia forse vide qualcosa nei miei occhi. Lasciò la mia mano per prendere nella tasca della giacca di lino bianco un fazzoletto di cotone immacolato. Si tolse il cappello in fibra di Paja Toquilla a falde larghe e quasi certamente per prendere tempo con la risposta finse di asciugarsi il sudore sulla fronte.”
Nel villaggio immaginario dell’entroterra ligure a ridosso della frontiera francese del ‘62 riprende la narrazione sotto lo sguardo puntuale del piccolo Guido, troppo curioso per accontentarsi delle emozioni ricevute dalla realtà quotidiana. Tuttavia, di là di ogni possibile prospettiva, in questo libro di ricordi e formazione si celebra soprattutto la personalità di Caniçò, soprannome di nonno Costantino, l’eroe del paese occitano nelle Alpi Marittime di confine citato fin dalle prime pagine dell’opera precedente, Il colore della lavanda. Il racconto arricchito di tanti episodi pregni di usi, suggestioni e colori della tradizione passata si snoda in un solo, splendido, giorno d’inizio estate di oltre cinquant’anni fa, vissuto in allegria da molti personaggi di quel romanzo epico e nelle storie interpretate da nuove e toccanti figure di quel mondo d’altri tempi.
L’intreccio delle novelle s’incrocia fra le memorie del nipote e di suo nonno, indicato spesso anche con il diminutivo di Cunstantì, rimasti pressoché fianco a fianco per l’intera giornata. Con un periodare agile e sicuro, sia nell’esposizione sia nelle descrizioni ma ancor più nei dialoghi, mantenuto anche in questo libro grazie alla cadenza e all’andatura della fiaba popolare, arricchita altresì da nomi sognanti, il ritmo resta invitante sino alla fine. La lettura molto scorrevole di ogni novella ha un testo trascinante che, sia per la forma sia dal punto di vista della trama coinvolgente e allegorica, all’interno di uno stile letterario sempre più unico e originale, riesce a far emergere problematiche sociali e culturali tuttora attuali.
Con un abile dosaggio degli ingredienti e dell’aneddotica, tutte le storie si sovrappongono e si dilatano nel tempo, in luoghi talvolta lontani da quel borgo contadino di frontiera di molti anni fa, riportando però ogni spostamento degli interpreti nei confini conosciuti della famiglia e dell’amore.