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“Ecco, la mia fantasia corre come questo treno e risulta inarrestabile, non arginabile. Sono già proiettata in un futuro che non può appartenermi, se non dentro astratti sogni a occhi aperti. Ma anche sognare può far male, specie per una come me che per anni […] ha vissuto quasi in stand-by, all’ombra della vera vita.”
Sono passati 19 anni da quando Edith ha dato alla luce sua figlia e altrettanti ne sono trascorsi senza che lei abbia potuto vederla crescere. Era infatti ancora minorenne e suo padre, autoritario e inflessibile, diede in adozione la bambina senza interpellarla. A 37 anni decide però che è giunto il tempo del ricongiungimento e, dopo un primo tentativo naufragato per via dell’insicurezza della ragazza, Edith instaura un legame con lei e si riappropria del suo ruolo di madre naturale. Riavere Romina nella sua vita implica entrare in contatto con i genitori adottivi della giovane: Glenda e Asterio. La presenza di quest’ultimo non la lascerà indifferente e le farà mettere in discussione la sua esistenza di donna single, dandole l’illusione di poter finalmente combattere ad armi pari contro la sua depressione.