L’arte è destabilizzazione pura, stravolgimento delle convinzioni più radicate.
Per questo va percepita e non capita, vissuta e non costruita, perché rappresenti il luogo dove le parole sono inutili e soltanto un silenzio gonfio di sensazioni inespresse ne diventa la misura inesprimibile.
Il Manifesto dell’Anarcarte ha proprio questo obiettivo: proporre l’arte come luogo immaginifico dove tace la ragione e tuonano i silenzi.
Intervista agli autori a Studio Mattina, Canale 9