Matrici è un libro di poesia civile, un libro duro ma anche satirico che ha come scopo la messa in mora, in ridicolo, di un corollario grottesco di abitudini condivise e comportamenti individuali che disegnano la giostra ottusa del nostro tempo; è un libro politico.
Ovviamente non è mai sufficiente salire su una cassetta della frutta e improvvisarsi a tribuno o capopopolo della domenica, ma per puntare il dito è necessario mettersi in gioco, accettare la possibilità concreta di sorprendersi come primo bersaglio polemico e comico della propria scrittura.
La scrittura e il linguaggio, quindi, sono i primi elementi ad essere messi in discussione, non è possibile raccontare il proprio tempo senza una seria ricerca sulla lingua. Non basta sostituire i contenuti senza riflettere sulla forma.