Eterno femminino, così Goethe, nell’atto V del Faust, definisce e cerca di spiegare quella marcia in più che la Natura ha dato solo alla seconda metà del cielo. Attraverso le tre storie l’autore cerca di esplorare quella particolare dote che spesso ha salvato e talvolta distrutto parte dell’umanità. L’autore non è d’accordo con Miguel de Cervantes che nel Don Chisciotte dice: La donna è di vetro, e quindi non si deve far la prova se si possa rompere o no, perché tutto può essere. Se il mondo maschile ha creato leggi destinate a sottometterle, leggi che ancora oggi riguardano miliardi di esseri umani, quel mondo deve avere individuato fin dalla preistoria l’esigenza di imporle. Era l’unico modo per controllare quello che Carducci, intitolando una sua prosa, definì L’eterno femminino regale.