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copertina

Mio padre René

Autore: Silvio Raffo
Pubblicato nel 2015
Pagine 168
ISBN 978-88-6740-489-6

 

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Il Libro

“…Allora, d’un tratto, io pensai che era mio padre René, che lo capivo benissimo, e potevo leggere dentro di lui come in uno specchio. Era mio padre, ma era ancora un ragazzo.”

Mio padre René è il romanzo d’esordio di Silvio Raffo: scritto a diciotto anni, fu segnalato come migliore opera prima al prestigioso Premio L’Inedito, da una giuria composta da sole donne, fra cui Maria Bellonci, Serena Foglia e Natalia Ginzburg. Quest’ultima in particolare fu colpita dalla “straordinaria precocità” dell’autore, capace di “illuminare realtà profonde e segrete con un tocco rapido e delicato di estrema tenerezza”. La vicenda ha come protagonista un ragazzo di diciannove anni, il primo di una serie di giovani indimenticabili (più alla Torless o alla Fournier?) che affolleranno le pagine dei numerosi romanzi successivi: dall’autistico Jakob de “La voce della pietra” al mitico Virginio, all’arcangelico Gabriel di “Eros degli inganni”, tutte figure dell’ “imperscrutabilità del bildungsroman” di cui Raffo è il portavoce più significativo nella narrativa italiana del disagio postmoderno, o forse nel suo caso, “antimoderno”. Nella galleria di adolescenti “perduti” di Raffo, il candore di Sandrino resterà di certo ineguagliabile: inseguendo un fantasma paterno enigmatico ed evanescente, che non è in grado di offrirgli alcun modello, egli sperimenta la tragica ambivalenza di una diversità insieme temuta e desiderata. Un “dramma borghese” di altissima intensità che finalmente vede la luce e può essere apprezzato da tutti i lettori che merita, in maggior sintonia con la sensibilità odierna che con quella dell’epoca in cui fu “inattualmente” scritto da uno spaesato outsider.

Postfazione di Giovanni Barracco