«La prateria logora i sogni. Potrebbe contenerne un numero gigantesco, invece alla fine il vento te li sparpaglia, li straccia, e tu resti lì seduto sulla tua sedia a dondolo, o in sella al cavallo, fermo a guardare laggiù in fondo, calmo, senza preoccuparti più di niente.»
Tra sbuffi di vapore e crepitare di carbone, l’America di fine Ottocento galoppa sfrenata verso il nuovo secolo. Il tempo del progresso vola rapido e chi vuole cavalcarlo deve affrettarsi così tanto da rischiare di dimenticare le cose più importanti. Ma nel verde mare della Grande Prateria occidentale c’è un’isola in cui l’orologio si è cristallizzato, un posto dove ciò che conta si misura con un metro diverso, dove la vita, strappata alla morte giorno per giorno, forse può davvero avere un significato: La Calahorra.
È possibile vivere fuori dal proprio tempo, nella speranza di afferrare qualcosa di più puro? Con un cavallo sotto di sé e due cani al fianco, un ragazzo sfiderà l’immensità senz’ombra e senza bussola della prateria, alla ricerca del proprio sentiero e della propria meta, in un mondo che sembra ormai pronto, in nome del denaro, a dimenticare cosa voglia dire essere umani.
Rassegna stampa
“…un romanzo dallo spiccato taglio cinematografico che non a caso si fregia della postfazione del grande regista di genere Enzo G. Castellani.”
Mangialibri
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“Come l’odierno film ‘Hostiles/Ostili’, un racconto ‘revisionista’ già in traduzione per il mercato americano.”
La Stampa
“Ho 54 anni e scrivo da parecchio. Ho pubblicato romanzi, saggi, sceneggiature, articoli giornalistici. Ho cominciato a scrivere poiché non sono capace a disegnare, infatti spero sempre che i miei romanzi possano diventare anche delle graphic-novel, e a questo punto anche adesso con il nuovo, che tra l’altro è stato tradotto in inglese e verrà pubblicato anche negli Stati Uniti.”
Recensioni Libri
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“Le prefazioni e le postfazioni ai libri non servono; un critico italiano diceva che i libri dovrebbero giungere al lettore senza nulla, non una dedica, non un ringraziamento, non uno strillo, intonsa persino la copertina. Alla Landolfi. A meno che l’autore, dopo Ecce Deus (Impero Romano) e Ali (moderno western sideral-teologico), non scriva il suo non-western e Enzo G. Castellari non lo legga e si chieda: ma dove ti sei nascosto in questi trascorsi decenni?”
La poesia e lo spirito
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“…un romanzo propriamente western, ma da intendersi in senso stretto e realista, nel senso che la sua trama si dipana in un’autentica ambientazione western, con rancheros, pistoleri, pionieri, indiani, fuorilegge e sceriffi, ma in senso realistico, con l’intenzione di narrarci com’era effettivamente la vita nella Frontiera americana del XIX secolo.”
FarWest.it
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“Ogni giorno in Italia si stampano decine di libri, gran parte dei quali stentano a raggiungere anche solo cinquanta lettori. In questo rumore bianco, è facile smarrire le perle, i testi che contano veramente. “Non c’è ombra in South Dakota” è uno di questi. Non perdetevelo.”
Farwest.it
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