All’indomani dell’Unità d’Italia, la Destra Storica prima e la Sinistra poi, hanno il gravoso compito di unificare sotto un unico comune codice un’Italia da sempre suddivisa in stati e staterelli, ognuno con leggi proprie e con un proprio idioma.
Pisanelli, a cui è affidato il delicato e difficile compito di redigere il nuovo codice unitario, incontra numerosi ostacoli da parte dell’ala conservatrice nel momento in cui cerca di legiferare a favore del ruolo sociale della donna che lui ritiene molto importante, pur non essendo femminista.
Per questa opposizione, non può che scrivere articoli che mortificano l’altra metà del cielo.
Ed è così che, con coraggio e tenacia, alcune donne, tra cui la milanese Anna Maria Mozzoni e l’esule russa Anna Kuliscioff, cominciano a protestare e da loro prende il via il movimento femminile italiano che si distingue dai movimenti femminili europei ed americani.
Si lotta per il diritto di voto, di istruzione e di lavoro.
Allo scoppio della Grande Guerra, la donna, ritenuta sino ad allora un’incapace, di colpo viene messa a ricoprire ruoli da sempre di prerogativa maschile, perché gli uomini sono a combattere al fronte.
Al termine del conflitto, l’importanza sociale ed economica della donna non si può più negare, ma gli uomini non lo accettano e fanno di tutto per relegarla al ruolo di angelo del focolare.
Con l’avvento del fascismo, la donna viene esaltata da Mussolini che le promette il voto ed un ruolo attivo nella società.
Tutto questo in teoria perché le cose andranno diversamente.
La donna fascista deve essere una brava massaia, sana e florida perché il suo unico ruolo è procreare, procreare, procreare…
Disponibile anche in ebook
Rassegna stampa
Maria Grazia Colombari presenta “Non c’era una volta la donna…” alla Camera dei deputati, durante la settima edizione dell’iniziativa “Il volume della democrazia – Giornate del libro politico a Montecitorio – Rassegna delle novità editoriali, dibattiti e incontri con gli autori”