Nude le parole perché, prive di costrizioni linguistiche, spogliano l’autore e tutto ciò che di più recondito abbia trovato dentro se stesso. Senza temere di fare riferimento ai “grandi” dei tempi passati né tantomeno di piegare coniugazioni e parole stesse secondo il suo piacimento. Solo dopo essersi spogliato di ogni regola che lo ostacolasse nel processo è stato in grado di denudare anche i sentimenti dell’anima.
Crude, in questo caso con un significato che spazia dallo stesso della parola a quello di “grezze”, più simile all’omonimo inglese. Grezze e crude le parole e le tematiche che esprimono; taglienti anche, forse, e certamente non da tutti comprese e accettate.
Rude infine, rozzo e quasi “maleducato”, nel voler sottolineare l’aspetto forse più significativo: la loro incensurata spontaneità e la loro risolutezza nell’esprimere ogni genere di sentimento, anche i più scomodi e scabrosi: dalla morte alla perdita, dal suicidio all’amore, platonico e carnale, dal ricordo al sogno. Ogni sfaccettatura dell’Io viene qui, dunque, proposta e servita; mai ricercando accettazione e adulazione, ma piuttosto con lo scopo di riflettere su emozioni ignote a pochi. Siamo tutti schiavi della nostra cecità nel ritenerci unici e soli nel nostro soffrire.