«La statua di Lisippo era in bella mostra sulla scrivania. Il maresciallo Magno fece tre inchini, distribuì tre strette di mano e dispensò tre buongiorno. Subito dopo sollevò la scultura, Connivenzo gliene aveva parlato la sera precedente, sul tardi. Gli aveva anche spiegato le intenzioni, i progetti, le necessità. “Chissà quanto vale! Sicuramente una barca di soldi.”»
È l’estate del 1940 quando un gruppo di amici, che si ritrovano nella località di Torre Lapillo per trascorrere le vacanze estive, s’imbatte in una misteriosa statuetta di bronzo. Il reperto, che viene attributo allo scultore greco Lisippo, diventa il fulcro centrale delle avventure dei giovani, oltre che oggetto d’interesse di sempre più persone. La curiosità e la brama verso la statuetta saranno così incontenibili da far degenerare la vicenda in una terribile tragedia che avrà luogo nel Museo Archeologico di Taranto. I lutti della guerra e gli abusi della dittatura fascista fanno da sfondo alla drammatica vicenda che resterà per molto tempo taciuta. Dopo vent’anni, la verità sull’accaduto riuscirà finalmente a emergere?
Intervista a Mattina Sud di Antenna Sud