Un imputato. Un giudice. Un avvocato e un tecnico addetto alla registrazione dell’interrogatorio. L’imputato, uno scrittore, è accusato di un crimine orrendo: aver violentato e ucciso una bambina di nove anni. Il giudice è convinto della colpevolezza e deciso a condannarlo, e l’avvocato, fratello del giudice, sonnecchia del tutto estraneo al dibattimento. Il tecnico assiste e commenta, facendo rilevare come lo scrittore, già figura equivoca di per sé (…una persona che lavora con l’immaginazione è potenzialmente un disadattato), sarà sicuramente colpevole. Le fantasie morbose verso la bambina che, impudente, lo scrittore si è premurato di mettere su carta, saranno la prova sulla quale si fonderà l’intero castello dell’accusa.
Giliola Chistè © (Foto di copertina)