I racconti che la Spilsbury intreccia in questo libro, ambientandoli in una comunità agricola tra gli uliveti delle colline vicino Roma, evocano un mondo antico dove forestieri e indigeni hanno sempre convissuto, spesso in sfere completamente separate. La particolare cultura del luogo e dei suoi abitanti, intrisa nelle rivalità storiche e nelle gerarchie sociali dei paesi collinari medievali, viene vividamente ritratta in questi racconti ambientati nelle quattro stagioni, le stesse che hanno dominato la vita di queste comunità per secoli. Vengono alla mente le parole dello scrittore Donald Hall: “Viviamo dove viviamo per il paesaggio e per le stagioni, per il posto che è, ma anche per il tempo che è, tempo quotidiano e storico.”
“Quartetto Sabino” è un concentrato di vibrazioni esotiche, personaggi stravaganti, vivacità nella descrizione dell’ambiente caratterizzata da una prosa elegante e dal senso dei collegamenti, nonché di una seduzione lenta e sensuale. Tutto questo e altro ancora coinvolge il lettore in un’intimità di irresistibile fascino e intuito. (Phil Trupp, autore di “Ruthless”, “Sea of Dreamers”, e “Ancient Wisdom”)