Questo libro è nato nei tempi difficili del lockdown. Esso raccoglie, per storicizzarlo, il progetto nato nella primavera del 2020 nel corso di una conversazione telefonica tra la giornalista Carla Guidi e lo storico dell’arte Giorgio Di Genova, il quale propose di non rimanere inattivi ed insensibili di fronte alla messa in quarantena, insieme alle comunità, delle attività culturali. Fu concordata una serie di mostre on line che, con la personale supervisione di Di Genova, ogni lunedì mettevano dialetticamente a confronto 5 artisti, da lui scelti o su loro stessa richiesta, con il titolo Quintetti d’arte.
Ogni settimana, quindi, nel sito www.quintettodarte.it, dal 6 aprile al 29 giugno 2020, sono stati proposti 5 artisti di differenti linguaggio, stile e tecnica, ognuno di loro con tre opere riferite a periodi diversi della loro produzione, col fine di evidenziare la complessa e variegata realtà dell’arte contemporanea.
Va sottolineato che, venuta meno l’organicità sociale dell’artista, da oltre un secolo egli è divenuto il committente di se stesso, ciò ha contribuito a determinare una frantumazione generale del linguaggio artistico; non più obbligato ad esprimersi con la koinè imperante, come volevano i committenti nei secoli precedenti, ogni artista s’è preso la libertà di esprimersi in modo personale. Anche per questo s’è creata nell’arte contemporanea una sorta di babele di espressioni spesso difficili da intendere.
Nella persistenza disastrosa del virus Covid-19, constatando la capacità degli artisti di navigare nelle acque profonde dell’inconscio, per poi riemergere con un messaggio originale suggerito dal particolare momento storico, Carla Guidi ha proposto di inserire nel progetto una sezione particolare da lei curata, con il titolo Vetrina dell’invisibilità, pensando che proprio questa invisibilità dell’aggressore virale potesse trovare, nonostante tutto, uno spazio di rappresentazione concreto, ma ad alta concentrazione estetica.
L’edizione cartacea di questo libro, che esce nel mese di febbraio del 2021, coincide simbolicamente con l’inizio di una nuova era di speranza e cambiamento, intende contribuire perciò alla rinascita della cultura, in un’epoca nella quale la pandemia l’ha resa quanto mai complessa e difficile.