A cura di Albino Crovetto
I Racconti veneziani, scritti sul filo del ricordo e mai, come precisa l’autore stesso nella sua introduzione, mentre era a Venezia, giocano sulle apparenze: maschere, specchi, riflessi, travestimenti. Omaggio a Venezia, travestita spesso anche nei nomi, occasioni e incontri rivissuti e ricreati nella memoria, labirinti e figure sfuggenti, i Racconti veneziani danno l’esatta misura di uno scrittore dalla prosa cristallina e seducente, fedele alle proprie ossessioni, simmetrico e allo stesso tempo vertiginoso.
Traduzione integrale di Albino Crovetto dell’edizione parigina del 1927 dei Contes vénitiens, illustrata con gli acquerelli e le vignette di Charles Martin.
Rassegna stampa
“Il tono è classico, misurato, senza orpelli di sorta; non c’è il gusto di stupire a tutti i costi.”
Alias (il manifesto), Pasquale di Palmo, 5/09/2021
“Indifferente a qualsiasi aggancio con l’attualita, la musa di Regnier si era rifugiata da sempre nel passato:
mitico e decorativo nella poesia, pittoresco, fosco e ricattatorio nella narrativa. La scelta di Venezia
per i suoi Racconti fu quella di un luogo ispiratore di nostalgie spesso coincidenti con il diciottesimo secolo di Casanova e Longhi, Tiepolo e Goldoni. Già sontuoso oggetto di scrittura tra Sette e Ottocento,
negli anni intorno a Regnier, Venezia era ridiventata un epicentro d’ispirazione.”
Carlo Lauro – L’indice dei libri del mese – aprile 2022