«Un’atmosfera sospesa regnava in quelle mura, attimi di vita sganciati da ogni sequenza temporale erano stati sorpresi e catturati come gli abitanti ignari di Pompei. Imprigionata in essi era una pena sottile e intensa, la avvertii subito insieme alla presenza di qualcuno non percepito altrove. Nella parete di fronte era appeso un quadro antico. Un ritratto di donna a mezzo busto.»
Gli occhi con i quali Francesca, protagonista e voce narrante della storia, osserva tra stupore e spavento il volto femminile di quel ritratto, sono gli stessi con i quali, a partire da quel momento, quasi spinta da un comando interiore, indagherà i drammi e gli enigmi della propria esistenza: Anthony è esperienza o avventura? È per vivere che ha bisogno di lui o per sfidare la vita? La natura della sua coscienza, in sé dubbia, si abbandona con coraggio alla sequenza che come una galleria di immagini nei sotterranei dell’esistenza costituiscono l’intreccio del romanzo, che procede indomabile verso il tentativo di far combaciare i misteri delle due figure: viva l’una, la donna del ritratto, vivente l’altra, colei che la osserva.