Sogno o veglia? Esistenza o illusione? “Rosso Fumo” è una raccolta di poesie che affonda le sue pagine in un vortice solipsista dalla forte sfumatura psichedelica. Composta da versi liberi alternati a brevi frammenti di prosa, la seconda opera poetica di Simone Plozzer si presenta al lettore in una cornice ben definita, data da un poeta che intrattiene un duetto con il tanto declamato principe dei demoni: Beelzebub. Stratagemma dell’autore, questo, per alternare un linguaggio aulico — o quasi — ad un registro di ben più bassa leva, che a tratti sfocia in espressioni di natura prettamente gergale.
Dal sentimentalismo autobiografico, alla critica socio-politica, alla morte, i temi trattati sono diversi, raggiungendo il loro apice in vere e proprie fotografie della vita quotidiana, ambientate nella Milano industriale, ma anche in paesaggi più bucolici, descritti con immagini effimere e fuggevoli. Le pagine di testo vengono spezzate poi a cadenza regolare dalle illustrazioni dell’autore, anch’esse caratterizzate da un’anima noir e un che di allucinogeno, che di certo rimane e si conferma la firma d’arte che Simone Plozzer ha voluto dare alle sue pagine.