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La memoria, il tempo, la morte e lo spazio di un universo simbolico, intimo e ricco di echi e suggestioni si mescolano tra questi versi. La parola diviene percezione, contatto, senso alterato di un mondo popolato da visioni, preghiere e silenzi mai raccontati. Si svela il solipsismo cupo di una solitudine inerme ed incerta, complice di un fraseggiare che scorre sincopato come singhiozzo di un pianto senza lacrime, fonte e deriva di ogni tentativo di espiazione.