Per Valentina diventare mamma non è un capriccio. Lo sogna da quando era bambina, da quando spingeva tutta fiera la carrozzina della sua bambola.
Partendo dall’infanzia, la protagonista ci racconta una vita fatta di legami familiari solidi e un amore intenso scoccato davanti a una tazzina di caffè.
La storia vera di una donna che, dopo anni di cure, sacrifici e gravidanze non andate a buon fine, intraprende la strada dell’utero in affitto. Un percorso bandito in Italia che la porta in Ucraina e la costringe a inscenare la parte della donna incinta utilizzando pance in silicone. Senza peli sulla lingua, ci mostra un lungo ed estenuante cammino, reso meno ostile dal supporto di alcuni amici e familiari, culminato nella nascita del suo amato Alessandro.
Una confessione schietta e pulita che cerca di dare voce a tutte quelle mamme che, come lei, hanno deciso di far crescere il loro bambino nel ventre di un’altra donna. Perché Valentina, proprio come la luna, ha dovuto aspettare che un sole lontano la colpisse per poter dare al mondo la sua luce. “Non sono un pianeta, sono un satellite… che male c’è? Non produco figli, li rifletto. E nessuno si pulisce la guancia se di notte a baciarlo è la luna. Perché il sole bacia i belli, la luna bacia i sognatori.”
Un racconto che ci aiuta ad abbandonare il giudizio facile e ad abbracciare il sano rispetto per le scelte altrui, qualsiasi esse siano.