“I sognatori sono dei disadattati, mi diceva mia madre, ed io fedele alla consegna sprofondavo inesorabilmente nelle utopie celebrando costante la mia sconfitta.”
Irvano è un uomo come tanti altri: ha un modesto impiego nella segreteria di una scuola, è divorziato e ha un figlio, Zeno, che ama più di se stesso. La sua quotidianità abitudinaria e solo apparentemente priva di aspirazioni è in realtà animata da una profonda e complessa vita interiore. La sua personale vicenda esistenziale è un cammino in equilibrio sul filo sottilissimo che separa immaginazione e realtà. Irvano pensa, scrive, vive, scappa e si ferma, alla continua ricerca del senso del nostro vivere.