“Nelle pregresse indagini, all’ispettore era capitato più volte di verificare con mano quanto potente fosse il motore dell’invidia, lo stesso che ora, ad essere sinceri, lo spingeva a ritenere che tra tutti fosse il vigile quello che più puzzava di tappo (…) Pessimo modo di procedere, se ne rendeva conto.”
Poche righe e già c’è il morto a imbrattare di giallo il romanzo, controvoglia al pari di Halek che, nell’ansia per la pensione sfuggente, s’accontenta del suo “sacro poco”: un posto a sedere sul bus in compagnia di un buon libro. Alla fine riesce a quagliare, ma si tratta della soluzione o di una soluzione? La risposta lo costringerà al confronto non tanto (dio che banalità!) col confine tra legale e illegale, o colla follia chiassosa, “onesta”, quanto con quella allignata nel quotidiano. E che fa comodo a tutti.