“La nostra Luciana, scrivendo, vivendo, ha conservato il passionale distacco, che la caratterizza da sempre e che le consente, con sempre maggiore consapevolezza, di specchiarsi in sé stessa, per confermare quel groviglio di sensi e sovrasensi, che dimensiona l’umano divenire, senza mai pervenire a una conclusione definitiva. È, del resto, questo il mistico compito della poesia: quello di lasciare sospeso, di raccolta in raccolta, l’enigma di una cosciente incoscienza, che la parola enfatizza, portandolo all’estremo limite.
Allora tutto è possibile: nel serio gioco delle allusioni, delle sinestesie, degli azzardi linguistici, che conferiscono a questa poesia un ritmo mai scontato ma sempre da ricontare, come nella conquista di una pietra preziosa, perduta e ritrovata, che non può non essere anche filosofale e mettere in crisi proclamate acquisizioni.”
Da “Dentro e oltre”, prefazione di Francesco D’Episcopo