A ovest di un’America ottocentesca ma proiettata al futuro, industriale, metropolitana, bancaria, elegante, capitalistica e sociale, vive – e vive ancora, oggi come allora – una genia di abitatori della prateria: solitari, timorati, preda di tempeste e siccità, il cui futuro è solo la propria conservazione in vita. È quel Midwest rurale e sconfinato delle fattorie, dei pascoli e delle terre spietate, dei farmer e dei piccoli allevatori rimasti a piantonare la pianura immensa e desolata. Main-Travelled Roads fu pubblicato nel 1891, quando Hamlin Garland aveva appena ventinove anni ma già aveva ben conosciuto entrambe quelle Americhe tanto diverse. Dapprima furono sei racconti, poi raggiunsero il numero di undici, che quest’edizione raccoglie. Storie delicate ed esistenze faticose, amori commoventi e quotidianità frustrate, paesaggi entusiasmanti e luoghi selvaggi, qui si svolge l’azione di questo magistrale esempio di letteratura e soprattutto ancora oggi avvincente lettura. Precursore del verismo americano, vincitore del Pulitzer, Garland non focalizzò la sua attenzione sui disagi del modernismo cittadino, preferendo invece raccontare di quei poveri di spirito isolati e dispersi nella sterminata campagna americana: tematica che da allora non ha più abbandonato i migliori scrittori americani i quali, proprio da questo capolavoro, col Midwest si trovano sempre a dover fare i conti.
Tradotto e curato da Andrea B. Nardi, accompagnato da un suo saggio introduttivo, Main-Travelled Roads ritorna in vita: Sulle vie più battute.
Traduzione e cura di Andrea B. Nardi