L’autobiografia di Cosimo Rega, fondatore della Compagnia di detenuti-attori del carcere di Rebibbia che interpreta il film “Cesare deve morire”, Orso d’Oro al Festival di Berlino
“Dopo che ho conosciuto il teatro
’sta cella me pare ’na prigione”
Dal carcere di Rebibbia, Cosimo Rega, oggi condannato all’ergastolo, racconta la storia della sua vita. Dopo i sogni e le speranze della prima giovinezza, ripercorre la sua caduta nel mondo della malavita organizzata, tratteggiando il profilo psico-sociale del fenomeno criminale camorristico, un ingranaggio fatto di violenti conflitti e di mutevoli alleanze, e riportando con totale sincerità la sua diretta e drammatica esperienza. Rega racconta come le dinamiche di quello spietato meccanismo possano condurre ad una strada senza uscita, facendo sfuggire di mano le redini della propria esistenza. Ma questo romanzo di una vita è anche la storia di una rinascita: dopo la condanna definitiva, e dopo i duri anni in cui è passato da un istituto di pena all’altro, Cosimo, Sumino, si trova ad affrontare una nuova crudele realtà: la consapevolezza di aver perso la propria vita, la propria dignità, ogni speranza. Ma proprio da questa consapevolezza inizia quel percorso che lo spingerà a riscoprire se stesso, a crearsi una nuova identità e, anche grazie all’organizzazione culturale e artistica interna al carcere e al contributo di straordinari operatori istituzionali e volontari, a riconquistare una nuova condizione umana e sociale che guarda, con speranza, a un futuro di “cittadino italiano”.
A cura di Mario Quattrucci
Interviste
Cosimo Rega intervistato a Fahrenheit su Radio Tre
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Cosimo Rega protagonista della puntata della trasmissione “La tredicesima ora” di Carlo Lucarelli, andata in onda su Rai Tre
Rassegna stampa
“Sumino o’ falco. Autobiografia di un ergastolano restituisce le dinamiche che conducono a una strada senza uscita, quella del crimine. Ma è anche la storia di una rinascita. In cui l’autore racconta in che modo, grazie all’organizzazione culturale e artistica interna al cercere, e al contribuito di operatori istituzionali e volontari, sia riuscito – lui, e altri come lui – a riconquistare una nuova condizione umana e sociale.”
Alessandra Vitali – la Repubblica
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